INTRODUZIONE Successo dovuto, come spesso accade, ad una serie di casi fortuiti e, al tempo stesso, di scelte ragionate; in sostanza ad una serie di incontri di persone in luoghi che erano fertili per questo successo. È avvenuto alla Facoltà di Architettura dell'Università Roma Tre. Erano i primi anni di vita della nuova Università romana, e l'ambiente era pronto a ricevere nuovi stimoli. La lungimiranza dell'allora preside della facoltà, Carlo Melograni, confermata dall'attuale, Francesco Cellini, ha permesso che i corsi fossero svecchiati nei contenuti e nelle forme. È fondamentale quando si sperimenta, che i dirigenti pazientino ed ispirino curiosità, entusiasmo e fiducia agli studenti. I CONTENUTI DEI CORSI LUNGO IL CURRICULUM Si è cercato quindi di aggiornare gli argomenti, i metodi ed i temi, rilevando come in ogni caso continuiamo a adoperare anche tutta la matematica precedente, che tipicamente col tempo acquista una certa snellezza, e con essa il rigore e l'eleganza cui gli allievi architetti sembrano altrettanto sensibili degli studenti di matematica. Fin dall'inizio, forti di esperienze di insegnamento fatte negli Stati Uniti, e della nostra formazione italiana, abbiamo avuto chiare alcune idee. La prima cosa da insegnare è un metodo di lavoro: il primo degli strumenti che si deve offrire agli studenti è la capacità di leggere un testo di matematica. Si è dunque cercato di fornire, nel quadro di un tipico corso di calcolo, le competenze adeguate per essere consapevoli che le nozioni non discusse nel corso esistono in letteratura, e sono abbordabili a molti livelli, anche dall'inizio; anche durante un corso di matematica uno studente dovrebbe essere in grado di entrare in una biblioteca scientifica e fornirsi dei testi di cui ha bisogno. Questo è pacifico per gli studenti delle facoltà umanistiche, molto meno per gli allievi dei corsi di matematica cosiddetti "di servizio"; del resto questo non è un obiettivo neanche nei corsi di laurea in Matematica, e molti ci avevano pronosticato sicuro insuccesso nel perseguirlo. E' risultato, invece non solo un obiettivo conseguito, ma un mezzo sicuro per superare "l'ansia da matematica" entrando nel merito, vale a dire facendola in prima persona, ed operando scelte anche individuali su testi ed interessi. Quest'obiettivo è stato perseguito ed ottenuto, fin dal primo anno di corso. Lungo tutti i corsi di matematica della facoltà, gli studenti vengono invitati a lavorare in proprio. A primo anno, forniamo una bibliografia di argomenti non trattati a lezione, su cui documentarsi da soli. A questo scopo, ad esempio, funziona benissimo "Che cos'è la matematica?" [1] di Courant e Robbins, le cui argomentazioni, rigorose, vanno spesso riempite da dimostrazioni in proprio, ed i cui soggetti danno bene l'idea dell'evolversi storico della matematica, cui gli allievi architetti sono molto sensibili. In particolare, per i corsi di primo anno, suggeriamo di prendere uno dei problemi di minimo e studiarli dettagliatamente. Funzionano anche egregiamente, nello stesso spirito, i libretti della "Little Mathematics Library" della casa editrice MIR, tradotti in inglese e francese, ma ormai introvabili, che speriamo fortemente vengano riediti. Raccoglievano conferenze su temi matematici avanzati tenute da studiosi presso licei dell'allora URSS. Nei corsi degli anni seguenti, invece, gli studenti sono invitati a formalizzare matematicamente dei loro percorsi conoscitivi, traendo ispirazione dove meglio credono. Di questo parleremo più tardi. Quello che per noi è essenziale è l'invito agli studenti a parlare di matematica tra loro, ad essere autonomi nella valutazione del rigore di ciò che fanno, a provare l'ebbrezza del rigore e dell'eleganza, a misurare tutto questo nel miglioramento delle loro capacità di comunicare con altri o con se stessi durante lo sviluppo delle idee. Il docente deve essere in grado di monitorare continuamente il percorso dello studente: da qui la scelta di fare più prove in corso d'anno e quella di dedicare almeno un'ora settimanale alla verifica immediata in aula, di esercizi. In particolare, iniziamo il corso con un "auto-test" che è essenziale per permettere agli studenti di capire il loro grado di preparazione. Nel giro di poche settimane amministriamo poi la prima prova scritta in corso d'anno, che sarà poco rilevante ai fini del giudizio finale, ma che permette allo studente di valutare sia i prerequisiti, sia la sua capacità di recupero del linguaggio e dei metodi. Uno dei principali problemi all'inizio di un corso di matematica ad architettura, ma lo stesso discorso vale probabilmente per i corsi di matematica "di servizio", è rappresentata dal diverso grado di preparazione degli studenti. Le motivazioni verso la matematica, in questi studenti, non sono così forti da colmare le lacune di conoscenza della materia, e molto spesso si ricorre a "precorsi", dove in poche lezioni si fa un generico ripasso dei prerequisiti. Per noi si è dimostrato più vantaggioso far presente con chiarezza agli studenti quali fossero i prerequisiti, (pochi, chiari, ed autovalutati) ed aspettare la prima prova in corso d'anno per verificare, solo a quel punto, la situazione. La parola d'ordine, dunque, è davvero rendere autonomi gli studenti, sia per le lacune, sia per aspirazioni individuali, seguendoli e dandogli tutte le indicazioni del caso. Nel corso di primo anno copriamo i contenuti di un corso universitario
di Calcolo, in una variabile. Particolare cura in questo caso
è a presentare tutti gli argomenti contemporaneamente,
nella stessa lezione dal punto di vista modellistico, numerico,
geometrico ed analitico. La matematica fornisce ponti per agire
questi punti di vista, e per tradurli l'uno nell'altro. Fig. 1. Schema generale tenuto per monitorare il flusso degli studenti attraverso gli esami SECONDO ANNO [2] La teoria delle geometrie localmente euclidee è una teoria completa, elegante, e attraverso cui si possono affrontare diverse problematiche: fornisce chiavi per cancelli di altri giardini concettuali [3]. Riassumiamo qui le caratteristiche della teoria che ci hanno colpito, anche dal punto di vista della comunicazione in ambienti extra-matematici:
Fig. 2. Elisa Conversano: nodo 2:3 su toro. (rendering: Pov ray) Inoltre l'incontro di matematici di diversa formazione (analisti, fisici matematici, geometri) permetteva di mettere a frutto diversi modi di interpretare lo stesso oggetto matematico, ed usarlo in contesti diversi. I nostri corsi sono sempre iniziati mettendo gli studenti di fronte a modelli "costruibili" degli oggetti matematici. Questi modelli vengono poi utilizzati per dedurre le proprietà matematiche essenziali, che vengono quindi opportunamente formalizzate. Il percorso si completa poi in senso esattamente opposto, quando, fiduciosi del nesso tra intuizione visiva, rappresentazione plastica e rappresentazione formalizzata, gli studenti spingono la loro intuizione verso sponde cui non era arrivata, e cui non avrebbe potuto arrivare, se non per ragionamento matematico, come nella costruzione di superfici non-orientabili. In questo modo sono stati introdotti rigorosamente concetti e strumenti quali: relazioni di equivalenza e loro spazi quozienti, gruppi e simmetrie, tassellazioni, lo spazio tangente. Per le prove di valutazione, superata una prova scritta uguale per tutti sui contenuti del calcolo di più variabili e geometria spaziale, gli studenti sono invitati a svolgere lavori autonomi, traendo dove credono l'ispirazione per comporre pezzi di matematica. In fig.3 il risultato del lavoro di A. Salvatore, poi completato negli anni seguenti da A. Carlini ed A. Spatafora, che adoperando i gruppi di tassellazione del piano, hanno ricostruito l'aspetto originale dei pavimenti delle tabernae dei Mercati Traianei a Roma. Fig. 3. A. Carlini, A. Spatafora, ricostruzione del pavimento delle tabernae dei Mercati Traianei, Roma Ci siamo avvalsi di seminari e minicorsi tenuti da docenti esterni sui loro argomenti di ricerca, all'interno del corso di secondo anno. La prima esperienza è stata con Capi Corrales Rodriganez (.U. Complutense, Madrid), che ha proposto da noi per la prima volta il corso [7], che è poi diventato un libro [8]. Al corso di Corrales sono seguiti moltissimi lavori autonomi di studenti, parte dei quali sono raccolti nel Cdrom "Dalla scatola alla rete in Matematica ed in pittura", a cura di Giulia Longo, ed altri comparsi nella mostra "Spazi matematici, spazi pittorici", allestita dall'arch. Michele Furnari nella nostra facoltà a dicembre 1998. In fig. 4 e
fig. 5 il lavoro sugli spazi astratti, da cui è abbastanza
chiaro cosa intendiamo per "lasciarsi ispirare" per
comporre della matematica; nel caso che la matematica in questione
fosse stata già composta da altri, questo vuol dire imparare. Fig. 5 Paola Levi Montalcini, Whitney CORSI OPZIONALI Abbiamo anche un corso opzionale di quinto anno, svolto in collaborazione con Gian Marco Todesco. Metà del corso ha contenuti matematici, l'altra metà è svolta nel laboratorio di calcolo della facoltà. Abbiamo dato a questo corso il nickname di "Matematica come tavolozza". La progettazione di forme, sia fatta con riga e compasso o con un sofisticato sistema di CAD, presuppone sempre una struttura matematica soggiacente (magari nascosta dietro l'intuitività dello strumento). Il corso offre agli studenti la possibilità di sperimentare in laboratorio alcune tecniche relativamente poco convenzionali in un ambiente molto versatile e potente. L'obiettivo è migliorare la comprensione degli strumenti esistenti e provare a progettarne di interamente nuovi. Nell'architettura contemporanea queste tecniche di progettazione stanno avendo un ruolo sempre più importante. Al termine del corso gli studenti avranno una conoscenza sia matematica che operativa dei seguenti argomenti:
L'ambiente di sviluppo è costituito da un programma che permette di generare un'immagine fotorealistica a partire da una descrizione formale della scena. Il programma si chiama POVRAY, è disponibile gratuitamente su Internet ed è relativamente semplice da imparare. Questo è un enorme vantaggio, anche didattico: la disponibilità public domain, infatti, immette da subito gli studenti in un ambiente di persone che sviluppano software. PROJETTI Fig. 6 R. Pejani: studio per la ricostruzione del movimento della sfera di Hobermann. Pov Ray Uova. Questo è stato uno dei progetti più istruttivi. È nato sotto Pasqua, quando qui in Italia ci si regala uova. Gian Marco Todesco ha lasciato l'aula dicendo "progettate un uovo", e ne sono venuti fuori molti modelli, tutti diversi. Alban Hintzy li ha raccolti, ne ha verificato i parametri di vicinanza in rapporto ad un uovo di gallina, e poi ha fatto uno studio sull'economicità dei vari metodi. I metodi spaziano da modifiche parametriche di tre metodi classici per disegnare ellissi, alle tecniche oggi più adoperate dagli architetti. Lo studio sull' efficacia e l'economicità dei vari metodi (tempo macchina, numero di parametri da fissare), è dunque essenziale. Fig. 7 Alban Hintzy: Sei modi per disegnare un uovo Per finire, tra i molti altri lavori del corso, presentiamo quello che è più direttamente legato all'architettura, nel senso che lo studente, Marco Ferrelli, aveva precedentmente progettato questo "luogo di meditazione", costruendone il plastico. L'uso del calcolatore gli ha permesso di stendere un progetto più completo, di capire la struttura profonda che lo sottendeva, e di vagliarne l'adattabilità ed orientabilità a seconda del terreno. La struttura, infatti, prevede un copertura che funziona da meridiana solare. Fig. 8 M. Ferrelli: Studio delle fasi di luce per la struttura da meditazione NOTES [2] A. Pagano, L. Tedeschini Lalli. Geometrie e Modelli, in uscita luglio 2005, Aracne. ritornare al testo [3] V.V. Nikulin, I.R. Shafarevich. Geometries and groups; trad. dal russo di M. Reid. Springer-Verlag, Berlin, New York (1987). ritornare al testo [4] L.A. Lyusternik. The Shortest Lines, Little Mathematics Library MIR Publishers Moscow 1983. ritornare al testo [5] V.I. Arnold. Metodi Matematici in Meccanica Classica, Editori Riuniti, 1979. ritornare al testo [6] MA Armstrong. Groups and symmetry, Springer-Verlag, New York, 1988. ritornare al testo [7] C. Corrales Rodrigañez, Dallo spazio come contenitore allo spazio come rete in "Matematica e Cultura 2000", a cura di M. Emmer Sprinter-Italia (2000): 123-138. ritornare al testo [8] C.Corrales Rodriganez. Contando el espacio, mobcoop edicciones Madrid 2000. ritornare al testo GLI AUTORI Laura
Tedeschini Lalli è professore
associato in fisica matematica presso la Facoltà di Architettura
dell' Università Roma Tre. La sua formazione è
in Matematica ed in Composizione musicale. Ha conseguito il Ph.D.
in Matematica Applicata presso la University of Maryland a College
Park.
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